Quanto ne sai di gioco d'azzardo?

GIOCO D’AZZARDO 2.0 – LE SCOMMESSE SPORTIVE

Una fotografia

Un ragazzo molto sveglio recentemente dimesso dalla comunità “Pluto” di Modena, centro residenziale per persone con D.G.A. (Disturbo da Gioco d’Azzardo, che è il termine scientifico corretto che identifica i criteri sintomatologici che talune persone sviluppano), raccontò durante una sessione terapeutica di gruppo: “quando scommettevo, mi sentivo come un pollo allevato sotto una lampada… una lampada sempre accesa per ingozzarmi sempre di più”. Ci si impresse allora, l’immagine di fantomatici polli umani, scrupolosamente privati dei normali ritmi circadiani, in modo da “accelerare il processo di conversione alimentare, per la massima prestazione produttiva” (tratto da una rivista specializzata).

Come nascono i “mercati intensivi” dell’azzardo online?

A pensarla da ottimisti, si sarebbe tentati di immaginarli primigeni frutti del lock down, tuttavia, il comparto online, pur realizzando un considerevole balzo negli anni 2020/21, deve il proprio successo a piani industriali predisposti dalle concessionarie dell’azzardo attorno agli anni 2013/14, quando queste, pianificando il futuro del loro business, “necessitavano” di accaparrarsi il target giovani/giovanissimi, ancora parzialmente renitente ai giochi da bar, come le slot machine. In quegli anni, il mercato dell’azzardo veleggiava verso i 100 miliardi di € di raccolta complessiva, dominato per l’80% dal gioco su rete fisica (Slot, VLT, Grattaevinci, scommesse in agenzia e tanto altro), mentre l’online era un mercato ancora marginale.

Nell’arco di tempo compreso tra il 2016 e il 2022, i Casinò online hanno quintuplicato la raccolta complessiva, passando da 10,3 a 57,2 miliardi di €, e nello stesso arco di tempo, le scommesse sportive sono quasi triplicate, passando da 7,5 a 19,3 miliardi di €

Facciamo un breve viaggio tra i prodotti “smart” passati negli ultimi 10 anni in sala trucco.

Entrando in un qualsiasi portale online https://www.lottomatica.it/lotterie/ benedetto da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ci ritroviamo di fronte una fittissima gamma di prodotti: casinò, casinò live, poker, slot e lotterie, e tanta altra mercanzia.

Limitiamoci a perlustrare, a titolo esemplificativo, il segmento delle “scommesse sportive”, un mondo che nella memoria collettiva evoca l’innocente schedina del totocalcio giocata con i colleghi di lavoro per condividere piccole emozioni e sogni collettivi.

Aprendo la tendina principale del sito, vediamo subito un caleidoscopio di opzioni, un menù infinity: è possibile scommettere su ogni sorta di sport (dalle freccette al curling), su ogni evento (anche su masterchef), sugli sport virtuali (con eventi di durata ridotta per la massima resa), o sul gaming (fortnite e naturalmente, fifa). Ma soprattutto, oggi è possibile entrare letteralmente in campo con le squadre, giocando in modalità live sugli eventi in corso, scegliendo fra le infinite opzioni del momento. Iniziata la contesa è subito possibile puntare sul “testa o croce” dell’arbitro, sul primo fallo laterale, sul primo corner, la prima ammonizione, il top scorer, Il risultato del primo tempo… e via all’infinito, con la possibilità di aggiustare continuamente le puntate, come in sala borsa, a seconda dei parziali e delle quote in continuo mutamento, potendo puntare ad una vincita, per singola scommessa, fino a 50.000€.

Nella giostra senza fine 

Ad un qualsiasi giovane ragazzo, che si chiami Tonali, fagioli, o sia il signor nessuno; che chieda asilo al gioco per emanciparsi da un progetto di vita ingombrante o per lo stress generato dal professionismo sportivo; che giochi con l’intento di accaparrarsi la più desiderata e sfuggente delle merci, il denaro; non è difficile immaginare cosa possa succedere, quando consuma la sua esperienza.

I picchi emotivi, la primordialità degli stati emotivi a cui si è assoggettati, sono universalmente noti come elementi in grado di innescare compulsione al gioco. Caratteristiche come l’immersività, che separa il giocatore dal suo spazio-tempo; la possibilità immediata di recuperare le perdite, non elaborabili in tempi di gioco così serrati; la possibilità pressoché infinita di rimandare il game over (concluso il tuo evento, potrai migrare sui campionati esteri, e abbandonarti definitivamente all’alea); scaturiscono da meccaniche di gioco del tutto simili a quelle delle slot machine, che hanno rappresentato il modello industriale di sviluppo di tutti i giochi d’azzardo, comportando il definitivo annullamento della ritualità nell’approccio al gioco.

Dimensioni amiche come l’attesa, la semplice speranza di vincita vissuta come accessorio al vivere, sono uscite in permanenza dallo spazio psichico del “ludus”, “rompendo il gioco”, sopprimendo la leggerezza con la quale il signor chiunque, giocando gli anni della nonna al lotto, poteva accarezzare un piccolo e non invadente sogno di fortuna, per riconsegnarsi senza eccessive frustrazioni al suo quotidiano vivere.

Pillole di storia – il big bang dei mercati dell’azzardo

La fase d’introduzione profonda, verticale, del prodotto gioco, che si vuole partita dal 1994 (il big bang del gioco d’azzardo in Italia è fatto risalire al primo gratta e vinci stampato), è terminata con l’acquisizione di un complicato impianto legislativo, tra il decreto Balduzzi del 2012 e il divieto di pubblicità del 2018 (attivo da agosto 2019). Poi, per le concessionarie del gioco d’azzardo, era importante promuoverne la sua crescita orizzontale, mettere le cosiddette radici, entrare con il bisturi nel corpo della cosiddetta società liquida, raggiungere chirurgicamente i target mancanti, con gli strumenti della comunicazione e del neuromarketing.

Digressione “necessaria” per capire gli equilibri politico-lobbistici

Dal 2018 ad oggi, tolte le roboanti notizie di vincita sui giornali, tollerate come “informazione” da AGCOM*, sui media, non è stata più presente l’invadente pubblicità di ieri, ma è di questi giorni la notizia che, per via di fantasiosi escamotage, si sia riusciti a sdoganare nuovamente le sponsorizzazioni sportive sulle magliette dei calciatori.  L’11 marzo 2024, il consiglio dei ministri, nonostante la campagna nazionale “mettiamoci in gioco” ed altre voci di dissenso, purtroppo inascoltate, abbiano criticato duramente l’iniziativa legislativa in audizione parlamentare, ha approvato in via definitiva il D.L. recante “Disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi a partire da quelli a distanza”, ai sensi della legge 9 agosto 2023, n. 111. Il novello decreto, tra le altre cose, ha introdotto il concetto di “gioco responsabile” “attraverso l’emanazione di messaggi funzionali alla diffusione dell’azzardo sicuro, recanti il logo del concessionario che promuove il messaggio”. E così la squadra campione d’Italia, l’Inter, seguita a ruota dalla concittadina Milan, in un inedito “derby della creatività”,  ha potuto siglare un accordo con la Betsson Sport, suo nuovo “official main partner” a partire dalla prossima stagione agonistica. I giocatori avranno un nuovo sponsor stampato sulle magliette che richiama direttamente il mondo del gioco d’azzardo. Betsson Sport è “ufficialmente” un sito di “infotainment”, ma fa parte della galassia Betsson Group, una società di gioco d’azzardo che opera da decenni in oltre 20 Paesi distribuiti in tre continenti.  

Exit strategy

Se ormai è chiaro che con il gioco d’azzardo dobbiamo abituarci a convivere (sono quasi 150 i miliardi di € raccolti nel 2022), occorrerebbe nondimeno frenare questa sbornia che ha origini ormai più che decennali.

Per realizzare questa aspirazione, occorre innanzitutto costruire un contesto politico che renda immaginabile una legge quadro di riordino del settore concertata da tutte le parti in causa (come prometteva, ma non mantenne, la Conferenza Stato/Regioni del 2017); sostenere le iniziative di ricerca, cura e prevenzione per riconsegnare ai cittadini, purtroppo non tutti, un prodotto più comprensibile e gestibile. Ma occorre soprattutto trovare un terreno culturale comune affinché l’azzardo venga finalmente inquadrato in un contesto di salute pubblica e si decida di limitarne considerevolmente l’offerta.

La storia del gioco d’azzardo, ricalca incredibilmente le orme di quella del tabagismo: Lobby fortissime, uno stato debole e complice, un apparato comunicativo in grado di negarne e obnubilarne i danni. Allora, cercando di  guardare  avanti con fiducia, mutatis mutandis, benché il tabagismo resti oggi un problema enorme, nessuno potrebbe seriamente proporre di reintrodurne la pubblicità, e nessuno ne negherebbe più i danni, compresi quelli da “fumo passivo”

Enrico Malferrari

Responsabile di AzzardoPoint e presidente del CONAGGA

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GAZZETTA DI REGGIO 19 SETTEMBRE 2024